Sono i titoli di credito (v.) emessi in serie dallo Stato e destinati al collocamento sul mercato dei capitali. Essi sono venduti a privati verso pagamento di somma corrispondente ad un prezzo di emissione che può essere alla pari o inferiore alla pari o con soprapprezzo o che può , infine, essere determinato con il metodo dell’asta. Esistono diversi tipi di titoli del debito pubblico in relazione a diversi bisogni finanziari dello Stato; la progressiva diversificazione dei titoli del debito pubblico dà luogo al fenomeno della detipizzazione, consistente nel fatto che il termine titoli del debito pubblico non identifica più un titolo determinato, ma una categoria di titoli di credito con caratteristiche assai diverse. I titoli del debito pubblico si distinguono in consolidati e redimibili: i titoli del debito pubblico consolidati sono emessi in base ad un contratto di rendita semplice tra lo Stato, quale debitore della rendita, e l’investitore; i titoli redimibili sono, invece, emessi sulla base di un contratto di mutuo tra l’investitore e lo Stato, contratto in cui quest’ultimo occupa la posizione di mutuatario. I titoli del debito pubblico attribuiscono ai loro portatori la qualità di creditori dello Stato: creditori di una periodica rendita, con esclusione del diritto al rimborso del capitale, nei titoli consolidati; creditori degli interessi, degli eventuali premi e del rimborso del capitale nei titoli redimibili. I titoli del debito pubblico sono, per loro natura, destinati alla circolazione e il loro trasferimento comporta la circolazione della qualità di creditore dello Stato: essi sono ammessi di diritto alla quotazione nella borsa valori (v. borsa, titoli del debito pubblico valori). I titoli del debito pubblico si differenziano anche in ragione della diversa funzione cui l’emissione è preordinata. I titoli redimibili a breve scadenza, come B.O.T. (v.) e C.C.T. (v.), sono emessi per sopperire alle esigenze generiche di cassa dello Stato (v. debito, titoli del debito pubblico fluttuante). Per il finanziamento di specifici programmi di investimento, lo Stato emette: a) titoli consolidati; b) titoli di prestito redimibile in senso stretto; c) titoli poliennali come B.P.T. (v.) e B.N.T. (v.). Tali titoli rientrano nel c.d. debito patrimoniale (v. debito, titoli del debito pubblico patrimoniale). I titoli del debito pubblico sono iscritti nel Gran libro del debito pubblico (d.p.r. 14 febbraio 1963, n. 1343), tenuto da un’apposita direzione generale del debito pubblico. Il ricorso dello Stato al debito pubblico patrimoniale è sottoposto a riserva di legge; le leggi annuali del bilancio provvedono alla copertura della spesa per interessi, premi e rimborsi.
titoli del debito pubblico a tasso indicizzato: sono i C.C.T. (v.) emessi a partire dal 1977, il cui tasso di interesse non è fisso, ma è destinato a variare con provvedimento del Ministro del tesoro secondo i criteri stabiliti dalla legge di emissione. Si verifica qui il fenomeno per cui il Ministro del tesoro è l’organo dello Stato che contrae il prestito e, al tempo stesso, l’organo dello Stato autorizzato a determinare il contenuto legale del contratto.
titoli del debito pubblico consolidati: v. titoli del debito pubblico.
decodificazione dei titoli del debito pubblico: è il fenomeno consistente nella quasi integrale sottrazione dei titoli del debito pubblico alle norme del c.c.. Le norme sulla rendita perpetua disposte dal c.c. non si applicano alle rendite emesse dallo Stato (art. 1871 c.c.). Il c.c. stesso, poi, qualifica i titoli del debito pubblico come titoli di credito (v.) regolati da leggi speciali (art. 2001, comma 2o, c.c.).
decostituzionalizzazione dei titoli del debito pubblico: è il fenomeno per cui la Costituzione della Repubblica non garantisce, come faceva lo Statuto albertino, l’inviolabilità da parte dello Stato degli impegni assunti con il debito pubblico. Pertanto, le garanzie inerenti ai titoli del debito pubblico sono tutelate solo con leggi ordinarie, e pertanto sottoposte al principio per il quale la legge speciale deroga alla legge generale. La titoli del debito pubblico titoli del debito pubblico ha contribuito alla trasformazione del debito pubblico in mezzo di finanza ordinaria dello Stato.
delegificazione del titoli del debito pubblico: è il fenomeno per cui i titoli del debito pubblico non sono emessi direttamente in forza di legge, ma sono emessi per decreto del Ministero del tesoro, autorizzato per legge. In tal modo sono stati emessi in C.C.T. (v.).
dematerializzazione dei titoli del debito pubblico: è il fenomeno per cui i titoli del debito pubblico non vengono materialmente emessi e gli investitori ricevono solo un certificato attestante il versamento eseguito, con gli estremi del prestito cui si riferisce.
quotazione in borsa dei titoli del debito pubblico: v. titoli del debito pubblico.
titoli del debito pubblico redimibili: v. titoli del debito pubblico.
titoli equiparati ai titoli del debito pubblico: sono i titoli emessi dallo Stato e simili, per molti aspetti, ai titoli del debito pubblico, ma non iscritti nel Gran libro del debito pubblico (v. titoli del debito pubblico) e amministrati dalla direzione generale del tesoro. Tali sono i C.C.T. (v.) a lunga scadenza.
Tirocini formativi e di orientamento | | | Titoli di credito |