Ev la massa degli stabili fruitori dei beni o dei servizi prodotti dall’impresa, legati a questa da un rapporto di fiducia o da veri e propri rapporti giuridici, come quelli che nascono da contratti di durata, come contratti di somministrazione e simili. Con riferimento alla clientela che, in forza di tali rapporti contrattuali o in forza di ordini (proposte contrattuali) pervenuti, sono già stati assicurati all’impresa si parla di portafoglio clienti. La clientela è considerata uno degli elementi che compongono l’avviamento (v.) dell’impresa, e talvolta i due termini sono considerati come sinonimi. A volte si parla anche della clientela come di una entità a se´ stante, rientrante nella categoria dei beni immateriali (v. beni, clientela immateriali), come tale suscettibile di cessione da un imprenditore ad un altro. Ma questa è , in verità , o la cessione del contratto (v.) avente ad oggetto una massa di contratti (cosiddetta cessione del portafoglio clienti) oppure è la conseguenza della cessione di segni distintivi dell’impresa, quali collettori della clientela (v. collettore della clientela); e la quantità della clientela viene qui in considerazione agli effetti della determinazione del prezzo di cessione dei segni distintivi.
collettore della clientela : indica la funzione economica tipica dei segni distintivi (v.), ditta (v.), insegna (v.) e marchio (v.): essi consentono ai consumatori di identificare e distinguere tra loro i diversi imprenditori, le loro aziende e i loro prodotti. In tal modo, essi garantiscono a ciascun imprenditore di godere, con esclusione degli altri, del proprio successo imprenditoriale. Tale funzione è , però , possibile solo se il segno distintivo possieda realmente capacità distintiva. L’insegna, in particolare, può essere clientela clientela solo a favore di quegli imprenditori (gestori di alberghi, ristoranti, negozi di vendita al pubblico) che esercitino la propria attività economica ospitando i consumatori nei locali dell’impresa.
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