Termine utilizzato in diritto comunitario che indica l’esigenza di ridurre lo squilibrio tra membri ricchi e membri poveri. Tale esigenza ha cominciato a farsi sentire a partire dagli anni settanta, successivamente alla crisi petrolifera, ed ha ricevuto una sua consacrazione formale nell’Atto unico europeo (v.). L’obiettivo principale della politica di coesione economica e sociale (la politica regionale della Cee) è quello di ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle diverse regioni e favorire lo sviluppo economico delle aree meno favorite. Il rafforzamento dei poteri comunitari in questo settore è il risultato delle pressioni esercitate dagli Stati mediterranei (Spagna e Grecia in particolare) per giungere ad una più efficace azione della Comunità . D’altra parte i dodici hanno sempre considerato il riequilibrio del livello di sviluppo delle diverse regioni della Comunità come un obiettivo prioritario per poter beneficiare pienamente dei vantaggi che l’integrazione europea può apportare. In questo settore l’azione comunitaria si esplica attraverso: la creazione di un Fondo di coesione volto a finanziare i progetti nei settori della protezione dell’ambiente e delle infrastrutture per i trasporti nei Paesi più poveri della Comunità ; una ridefinizione degli obiettivi e delle modalità di intervento dei fondi già operanti in questo settore (Fers, Fse, Feoga); l’istituzione di altri fondi che dovessero risultare necessari. Il vertice europeo di Edimburgo del dicembre 1992 ha deciso di creare il Fondo europeo di investimenti (Fei) che potrà contare su circa 18 miliardi di ecu che serviranno come garanzia a prestiti bancari chiesti dalle piccole e medie aziende per progetti approvati dalla Banca europea per gli
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